Progetto Webfare, per una mutualità 2.0
Presentata al Castello del Valentino di Torino l'iniziativa che vede come partner il Gruppo Cassa Centrale
Un progetto di ricerca per arrivare a un utilizzo “etico e sostenibile” della enorme mole di dati che ognuno di noi genera navigando su internet, con il proprio smartphone oppure usando qualsiasi oggetto o macchina collegato con la rete. L’obiettivo è arrivare alla creazione di una nuova e inedita “piattaforma civica”, capace di restituire ai singoli una parte del valore per i dati che producono.
L’iniziativa si chiama “Webfare”, ovvero un approccio innovativo al welfare digitale e alla mutualità, e vede insieme Università degli Studi e Politecnico di Torino con il sostegno del Gruppo Cassa Centrale.
Il progetto durerà un anno e sarà condotto da “Scienza Nuova”, l’alleanza tra Università e Politecnico di Torino per la ricerca applicata “attraverso l’ibridazione di competenze umanistiche e tecnologiche”. Il progetto “Webfare” vuole generare un “welfare digitale” per valorizzare il patrimonio di dati quotidianamente prodotti dalle persone ed è stato presentato venerdì 21 ottobre nel Salone d’onore del Castello del Valentino a Torino, durante il convegno internazionale “Philosophy of the City”. Nell’occasione sono intervenuti, tra gli altri, il direttore di “Scienza Nuova” e accademico torinese Maurizio Ferraris, Giovanni Claudio Olivero (Presidente di Banca di Cherasco in rappresentanza di Cassa Centrale Banca), Italo Monfredini (presidente dell’associazione Stayup Ets), Isabella de Michelis (ceo di Ernie App), Emilia Garrito (ceo di Quantum Leap) ed Elena Baralis (direttrice del Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino).
“Webfare” si propone di approfondire la fattibilità di un progetto che metta a disposizione di tutti, non solo della grandi corporation, il capitale nuovissimo e immenso di dati generati sul web.
Il prof. Ferraris ha parlato di “evento storico, nel senso che non ha precedenti nella storia: i dati da soli servono a nulla, vanno interpretati e orientati e non devono farlo solo le grandi piattaforme Usa o cinesi a fini commerciali”. Per Olivero, “il progetto, attraverso la mediazione delle Banche di Credito Cooperativo, vuole provare a gestire in un modo nuovo i dati dei soci e clienti delle Bcc. Con la garanzia che il beneficiario sarà il titolare dei dati stessi, mettendo a punto gli aspetti tecnici e un adeguato corredo normativo: da questo processo si potranno ricavare risorse da impiegare a scopo filantropico e mutualistico, come è nel Dna delle nostre Banche di Credito Cooperativo”
Nelle due ore di presentazione e dibattito, concluso con alcune domande dal pubblico, si è parlato del rapporto tra uomo e tecnologie, della necessità di trovare “strumenti tecnologici nuovi per il miglioramento della società”, sapendo che servirà un modello di business innovativo per valorizzare i dati e superate l’asimmetria (tra utente che produce il dato e colossi che li utilizzano a fini commerciali o di profilazione) che regna da un decennio ad esempio sui social network. Come? Con una gestione locale e legata al territorio, che riprende lo spirito ultracentenario della cooperazione trasformandolo in una mutualità 2.0: un’idea che promette ricadute rilevanti per il rispetto delle persone e della dignità umana, partendo dal diritto dell’utente di recuperare valore dai dati di cui è “autore” e indirizzandolo ad esempio a finalità filantropiche.
Il progetto “Webfare” è sostenuto dal Gruppo Cassa Centrale, dalla Cooperazione Trentina, da Promocoop e dal Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine.